09 Ottobre 2009 | Autore: Mr.salento | Salento
L’Italia in generale è un territorio che ha conosciuto la presenza dell’uomo sin dai primordi della preistoria.
Il Salento, tra le varie località dello stivale italiano conserva intatti molte testimonianze dei primi gruppi umani nei vari passaggi evolutivi che contraddistinguono lo sviluppo dell’Homo Sapiens da tremebondo abitante di caverne ed anfratti nella roccia a costruttore di magnifiche ed imponenti città.
Le testimonianze interessanti della presenza dell’uomo in Salento sono sparse a macchia di leopardo su tutto il territorio, e costituiscono un itinerario affascinante per coloro che volessero approfondire la conoscenza della vita dei nostri antenati.
Suggestivo sicuramente è quello che ci mostrano le profonde caverne della Grotta dei Cervi a Porto Badisco. Qui un’antica e sconosciuta popolazione aveva trovato rifugio e ricovero, e si era dedicata a tramandare ai posteri, attraverso centinaia di pitture rupestri quelle che erano le attività tipiche della loro vita quotidiana, la caccia ai grandi animali come i cervi, di cui probabilmente un tempo il territorio era ricco, i riti funebri, gli animali da comagina, tra i quali si riconosce il cane, la paura dell’ignoto e simboli e segni sconosciuti probabilmente legati a qualche forma di rito religioso.
Unica nel suo genere la caverna più profonda che si trova nel complesso di cavità, la “Stanza delle Manine”: qui la volta è totalmente ricoperta di impronte di mani, probabilmente un gioco, o un rito sacro, che oggi il visitatore contempla con emozione molto intensa, amplificata dall’irreale silenzio che qui regna.
Attraversando il Salento, da Porto Badisco ci rechiamo a Maglie, spostata nell’entroterra leggermente più a nord. Qui il prezioso Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia accoglie il visitatore con preziosi reperti, molti dei quali provenienti dal territorio circostante e da Salve, una piccola cittadina i cui dintorni riservano ancora oggi sorprese agli archeologi che hanno recentemente scoperto un grande gruppo di tombe megalitiche ancora in fase di scavo.
Pezzo forte del museo di Maglie sicuramente le celebri Veneri di Parabita, statuette d’osso rappresentanti l’immagine della fertilità impersonata da due figure di donne evidentemente in gravidanza. Tali oggetti vengono fatti risalire all’epoca dell’Uomo di Neanderthal e dell’Uomo di Cro-Magnon.
A Lucera e Cavallino, terza tappa del nostro viaggio nel Salento preistorico, ritroviamo invece tracce di antichi insediamenti di capanne, uno stadio successivo dell’evoluzione dell’uomo primitivo, che da nomade e cacciatore comincia ad assestarsi sul territorio ed a dedicarsi all’agricoltura.
L’itinerario potrebbe ulteriormente continuare con alcune delle più misteriose testimonianze della presenza dell’uomo, i dolmen ed i menhir che si trovano un po’ ovunque in Salento. Quelle grandi pietre, infisse in verticale nel terreno, oppure assemblate a proteggere l’accesso di antichi tumuli funerari sono oggi ancora un mistero per gli storici e gli archeologi, che non hanno sufficienti indizi per scoprirne l’utilizzo e l’origine.
E’ evidente però da alcune circostanze, come la posizione rivolta verso il sole, o la struttura ad altare, che probabilmente facessero parte di antichi culti religiosi, di cui però è scomparsa ogni traccia.