05 Gennaio 2010 | Autore: Mr.salento | Salento
Dall’epoca della caduta dell’Impero Romano, il Salento conosce un periodo di decadenza che si protrarrà per molti secoli. Il territorio diventa pericoloso per le continue incursioni di orde di barbari nell’entroterra e dalle mire espansionistiche dei saraceni lungo le coste.
Le città, diventate un bersaglio troppo facile per invasori e predatori piano piano si svuotano e la popolazione fugge nelle campagne, dove si raduna in abitati più piccoli e maggiormente difficili da raggiungere.
Dopo le aspre contese tra Longobardi e Bizantini, giocata in gran parte proprio nel territorio salentino, la regione conoscerà una relativa stabilizzazione sociale e politica sotto il dominio dei Normanni, che inizieranno quello che diventerà un tratto distintivo delle politiche delle classi dominanti sul territorio, il feudalesimo. Paesi, città e territori verranno suddivisi in principati, contee, ducati e marchesati, dominati da famiglie potenti ed aristocratiche sovente in lotta tra loro.
E’ per questo motivo che ogni piccola e grande città salentina presentano immancabilmente un edificio caratteristico, il Castello. Sovente la struttura dei castelli salentini facevano parte di un sistema di fortificazioni molto ampie che comprendevano anche fossati e alte mura di cinta a racchiudere il borgo cittadino.
E spesso la necessità di difendersi non era dovuta al pericolo proveniente da invasori o pirati, la riottosità dei signori feudali, e le contese territoriali erano molto comuni, anche tra città vicine.
Il castello presenta una struttura tipica, con alte mura che racchiudono una corte centrale. Ai lati del castello alti torrioni e bastioni servivano a garantire una maggior difesa contro eventuali assalti dei nemici.
Quando il Salento comincerà a conoscere un periodo di relativa stabilità, dal 1500 in avanti, la necessità di richiudere il paese tra mura verrà meno, e così la necessità del castello come difesa. Le grandi strutture difensive verranno trasformate dai feudatari in palazzi signorili che in parte ne deformeranno la stessa struttura, eliminando tratti caratteristici come le torri ed i bastioni, solo in alcuni casi conservati all’interno del progetto di rinnovamento.
Le grandi sale interne e le corti, un tempo arredate ed attrezzate per la guerra vengono trasformate in stanze di rappresentanza, e, per evidenziare la ricchezza ed il potere del signore locale, vengono abbellite di affreschi e stucchi, dipinti ed arredamenti preziosi.
Restano oggi da ammirare tantissimi castelli, a Corigliano, a Nardò, a Morciano di Leuca, a Tricase e Martano, così come, quelli più famosi, il maestoso castello di Otranto, che conserva intatta la sua struttura originale, ed il Castello angioino aragonese di Gallipoli, i cui bastioni si spingono nel mare a protezione delle attività portuali.