17 Settembre 2014 | Autore: Pantaleo | Salento
L’olivo del Salento da sempre viene descritto nelle sue valenze storiche, culturali, sociali, ambientali e medico-salutari, oltre che economiche. In Puglia ci sono 60.000.000 di alberi di ulivo, su 90000 ettari destinati alla coltivazione; tra essi, almeno 5 milioni sono considerati monumentali, e la maggior parte degli ulivi è concentrata in Salento. Nelle tradizioni folcloristiche salentine l’olio e l’ulivo hanno un posto di notevole importanza: a partire dalle numerose sagre culinarie organizzate in onore dell’ “oro giallo”, per continuare con la benefica presenza dell’olio in molte preparazioni cosmetiche, e con le foglie di olivo usate anche nelle pratiche magico-religiose.
Gli olivi possono essere colpiti da numerose avversità e malattie. Particolari condizioni climatiche possono favorire la comparsa di patologie molto pericolose e in grado di condurre gli olivi alla necrosi e poi alla morte. Nel campo delle fitopatologie si assiste a una casistica molto ampia di malattie tra cui quella dovuta al Rodilegno Giallo: l’adulto sfarfalla da maggio a settembre e dopo 1-3 settimane di incubazione nascono le larve, che attaccano foglie e penetrano nei germogli e in seguito si spostano sui rami scavando gallerie. Le parti attaccate disseccano. Generalmente ci si limita ad eliminare le larve nelle gallerie con mezzi meccanici, cioè con uncinamento tramite filo metallico, o con tecniche di riduzione delle popolazione maschile adulta mediante la tecnica della cattura con trappole a feromoni.
Ufficialmente, dal 15 Ottobre 2013 le istituzioni scientifiche (CNR, istituto virologia vegetale di Bari) hanno reso noto che intorno ai fori fatti da queste larve, si insediano funghi che rendono inutilizzabili i tessuti xilematici della pianta esponendo il tessuto stesso ad attacchi di altri organismi approfittatori, tra cui la terribile Xylella Fastidiosa. Si tratta di un batterio che provoca una grave e specifica patologia negli ulivi, notata inizialmente come un disseccamento anomalo delle foglie.
Della gioiosa costa salentina ricca di eleganti località che si affacciano su belle spiagge animate in estate dai bagnanti, la moderna e ridente Gallipoli ne è una piccola perla. Però è proprio nella zona di Gallipoli, che la patologia è presente da 5-6 anni, ed è qui che sono state svolte indagini e analisi sul parassita, in stretta collaborazione con i più accreditati istituti scientifici del settore. E’ stata continuata la mappatura dei casi presenti, al fine di meglio definire la distribuzione e l’incidenza dell’alterazione e verificare l’evoluzione dell’epidemia, ed si è constatato un deperimento in tutte le aree considerate; la vastità di tali manifestazioni si è costantemente aggravata nel corso degli anni in studio: ormai vari focolai sono stati intercettati, dato del luglio 2014, fino alla zona di Morciano, passando dagli 8000 ettati inziali colpiti, ai 23000 ettari attuali.
I sintomi tipici e più frequenti riconducibili alle infezioni da Xylella fastidiosa sono la bruscatura fogliare con disseccamenti nella parte apicale o marginale, disseccamenti più o meno estesi a carico della chioma che appare di colore rosso-mattone, con interessamento dapprima di rami isolati e poi di intere branche, imbrunimenti interni del legno. Se ci sono olive sul ramo, non è detto che la pianta sia sana. Colonizzando lo xilema, Xylella fastidiosa provoca un’ostruzione dei vasi che alimentano la parte aerea della pianta, fino alla loro occlusione, provocando così lo sviluppo dei sintomi tipici della malattia.
Si è notato, come detto precedentemente, che Xylella fastidiosa predilige piante di olivo che manifestano già segni e sintomi o gravi, come quelli riscontrabili in una pianta già debilitata. Quando Xilella fastidiosa si insedia in piante già debilitate, ha un effetto devastante; se l’oliveto fosse in buone condizioni l’effetto sarebbe meno grave. Si mira dunque a prevenire, piuttosto che curare, questa malattia definita “disseccamento rapido dell’Olivo” (CoDiRO), integrando tra loro tutti i mezzi a disposizione (chimici, biologici, agronomici, meccanici): la difesa integrata, oltre a limitare i rischi per la salute della pianta, consentirebbe risparmi economici per le aziende e contribuirebbe in modo determinante alla salvaguardia dell’ambiente.
Il batterio viene trasmesso attraverso insetti vettori, rappresentati principalmente da Cicaline ( come Cicadellaviridis e Philaenus spumarius), in cui si moltiplica nel canale alimentare. Gli insetti vettori acquisiscono il batterio nutrendosi dai vasi xilematici delle piante infette e lo trasmettono a quelle sane. Allo stato attuale è stata dimostrata la trasmissibilità del batterio da parte di tre insetti vettori in Salento sull’olivo (Philaenus spumarius, Neophilaenus campestris, Euscelislineolatus) sui quali dunque anche si potrebbe agire per prevenire.
Xyella fastidiosa è stata riscontrata in oltre 150 specie vegetali, tra cui piante coltivate di interesse agricolo (vite, pesco, mandorlo, agrumi, in quest’ultimo caso si tratta della X. fastidiosa subsp. pauca), specie ornamentali (oleandro, X. fastidiosa subsp. sandyi), essenze forestali (acero,quercia) e specie spontanee (la X. fastidiosa subsp. fastidiosa, attacca l’erba medica). Il batterio si caratterizza dunque per una elevata variabilità genetica e fenotipica.
Mai prima d’ora segnalata in Europa, la Xylella fastidiosa è “figlia” dei processi di globalizzazione: con l’estrema mobilità nel mondo di piante, merci e persone, è arrivato in Salento questo temibile agente eziologico. Proviene dal continente americano: in California da un secolo a questa parte crea problemi ai vigneti, mentre nel Sudamerica (soprattutto in Brasile) attacca gli agrumi. Xylella fastidiosa venne descritta per la prima volta nel 1987 negli Stati Uniti come la causa della “malattia di Pierce” della vite.
Il prezioso olio di oliva del Salento non è in pericolo dal punto di vista qualitativo, in quanto pare non ci sia correlazione tra la malattia e la qualità del frutto. Il problema è che gli ulivi che muoiono non producono più e che con il loro diradamento muore un ambiente, un paesaggio, un’economia.
Sul tema della Xylella fastidiosa l’intera Europa si dichiara pronta a sostenere i costi dell’eradicazione della malattia e a far adottare adeguati provvedimenti per delimitare l’area del Salento contaminata, identificare successivamente una zona tampone e bloccare l’eventuale movimento di piante e di materiali che potrebbero facilitare la propagazione della malattia nelle e dalle zone considerate. A rischio non è solo l’economia del Salento e la sopravvivenza delle imprese, ma uno dei simboli del territorio salentino: con la morte degli olivi del Salento, muore anche un ambiente, un paesaggio.
Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo
Video Aggiornamento 29/10/2014
Video Incontro Pubblico: Complesso del disseccamento Rapido degli Ulivi
Apertura Sportello Agricolo Comune di Morciano di Leuca.
Ufficio osservatorio fitosanitario n°10 del 6 febbraio 2015 -misure fitosanitarie obbligatorie xylella fastidiosa d.m. 2777/2014.
buona sera.sono un salentino(galatinese),che vive a roma da ormai 30 anni.possiedo in zona limitrofe a galatina un piccolo uliveto (ereditato da mio padre).sto’ seguendo da piu’ di un anno,oramai,l’evolversi di questa brutta malattia parassitaria,che sta colpendo i nostri ulivi secolari,simbolo della nostra terra.ricchezza dell’umanita’ e storia dei popoli.devo ammettere che sono preoccupato.intanto,vorrei segnalare,che anche nella zona suddetta(tra l’area di galatina e l’aeroporto militare),ho visto dei segni di essiccamento di rami degli alberi d’ulivo che mi fanno pensare a questa terribile malattia.e’ davvero doloroso veder seccare un albero che ha impiegato tanti anni per crescere,e regalarci un ottimo olio,ma anche caratterizzare il nostro paesaggio.il mio e’ un messaggio che spero possa servire agli esperti,per far capire come la malattia si stia estendendo.spero di poter avere anche un sito od informazioni,in loco,relative a questo gravissimo problema.Mario Masciullo-Galatina-(Roma).